Descrizione
In questo cantiere socioanalitico, un gruppo di lavoratrici e di lavoratori informatici condivide esperienze e riflessioni sulla nuova organizzazione del lavoro nelle grandi imprese di tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Sullo sfondo, la genesi in Italia di questo settore, nei lontani anni Sessanta, quando la sorte di Adriano Olivetti ne segnò il destino. Se i nuovi processi della produzione informatica sfuggono agli approcci tradizionali cui si faceva ricorso nella società industriale, i risultati proposti in questo libro costituiscono il primo passo per aprire un confronto su temi inesplorati dell’attuale contesto operativo di queste aziende. In particolare, l’alienazione cibernetica, la formazione aziendale, le certificazioni personali, in imprese il cui sistema di comando appare del tutto simile a una piattaforma digitale. Dal punto di vista delle relazioni sindacali, è emersa con chiarezza la necessità di costruire nuovi paradigmi per dare risposte adeguate alla diversa organizzazione dei cicli di lavoro e alle esigenze delle nuove figure di mestiere suscitate dalla separazione della produzione del software da quella dell’hardware. Produrre una letteratura di riferimento dal basso e autogestita vuole essere un passo per aprire una riflessione collettiva che riguarda tanto chi lavora nelle aziende informatiche quanto i cittadini tutti, ormai quotidianamente connessi con i sistemi che da esse vengono prodotti.