Descrizione
«Le ricostruzioni storiche di Mauro Del Bue hanno ormai una loro ‘identità’ molto originale. Entrano in particolari minuti, così da rendere non solo la verità storica, ma anche l’atmosfera e le passioni dei protagonisti. Hanno lo stile del cronista e trasformano perciò la narrazione in un vivido reportage giornalistico. Seguono il ritmo di una rappresentazione teatrale, incalzante e drammatica. Il risultato è che eventi di un secolo fa sembrano a tratti svolgersi sotto i nostri occhi, acquistando la caratteristica non di un pallido ricordo lontano, ma della vivida realtà. Tutto è stato detto su Livorno (e lo sarà nei prossimi mesi per la ricorrenza del Centenario). Posso soltanto aggiungere qualche elemento di contorno, marginale ma forse utile. Come diceva Turati, è stato il ‘culto della violenza’ ciò che ha diviso i socialisti dai comunisti. Così come il loro estremismo, l’intolleranza, la criminalizzazione dell’avversario politico. Ma tutto ciò non ha diviso i comunisti dai fascisti. Anzi, è stato comune a entrambi. E infatti a volte li ha avvicinati, perché gli estremi possono anche toccarsi e persino fondersi tra loro. Il metodo (in questo caso la violenza antidemocratica) può persino diventare più importante della sostanza, ovvero dell’obiettivo politico… …Leggendo questa cronaca di Livorno, nasce spontaneamente una domanda: cosa mai sarebbe accaduto se gli scissionisti avessero dato ragione a Turati in tempo utile, come d’altronde egli stesso aveva previsto e auspicato nel suo discorso?» Dalla Prefazione di Ugo Intini.