Descrizione
A quarant’anni dalla chiusura dei manicomi, in queste pagine rivivono le storie di donne, uomini e bambini che in quei luoghi, più simili a carceri che a ospedali, hanno consumato le loro esistenze. “Per le mie proteste fui duramente picchiata e messa in cella di segregazione con camicia di forza, morsetti ai polsi e alle caviglie, e quindi legata a un letto di ferro fisso nel pavimento…”. “Mi portarono in reparto dove vidi una macchina su un carrello e mi dissero che dovevo mettermi sul letto. Si avvicinarono due infermieri, mi misero una gomma in bocca poi delle cuffie sulle tempie e venne il medico e mi diedero corrente. Non potete immaginare quanto male possa fare!”.