Descrizione
Il 21 gennaio, a Livorno, il Partito socialista si sfalda e viene fondato il Partito comunista d’Italia. Una settimana dopo, il 29 gennaio, nasce la Sezione livornese del PCd’I. A Livorno agiscono anche i fascisti, i quali però, nonostante mostrino i denti e le pistole, politicamente non fanno breccia. È scontro aperto; nel mezzo ci sono operai, navicellai, artigiani, portuali, barrocciai, tessitrici, cenciaiole, filande, ma anche ladri, prostitute, disoccupati e disoccupate, sottoproletari e sottoproletarie. Oltre a diversi partiti della sinistra; anche i comunisti, senza settarismo alcuno. Saper interrogare quei fermenti ci permette di ricostruire una memoria che – se non tutelata – può facilmente divenire oggetto di strumentalizzazione politica, così come – purtroppo – già successo più volte. Bisogna guardare al 1921, così come al prima e al dopo, per ripensare un comunismo libertario: non solo operaio, ma di tutte e di tutti i subalterni. Prefazione di Vladimiro Giacchè.