Descrizione
La storia risorgimentale della cosiddetta 1a Guerra d’Indipendenza 1848/1849 è stata ampiamente studiata da oltre un secolo da diversi punti di vista ideologici da parte numerosissimi ricercatori.
Si potrebbe affermare che elementi nuovi e rilevanti, ai fini di una eventuale revisione storica significativa, non sembrano essere disponibili per gli studiosi.
Tuttavia il volume ?Diario della Campagna d’Indipendenza 1848/1849 – Dal carteggio inedito di un ufficiale di Cavalleria? di Roberto Nasi, edito dall’Associazione Amici del Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria – Pinerolo 1985, che raccoglie le lettere della corrispondenza privata ai famigliari e conoscenti di un ?protagonista-partecipante? a quest’evento bellico, offre uno ?spaccato? genuino, forse mai esplorato e senza censure sugli avvenimenti.
L’ Autore di questa corrispondenza è il capitano Enrico Teodoro Nasi (*) – Aiutante Maggiore di S. E. il Conte Franzini, Ministro della Guerra presso l’ Esercito Piemontese in Lombardia, che indirizza la stragrande maggioranza delle lettere inedite alla moglie Maria Nasi, nata Gamba (**)(residente in Contrada della Rocca n. 17 – Torino) ed anche, come già detto, a una ristretta cerchia di amici e superiori militari.
L’importanza del contenuto di questa corrispondenza sta nel fatto che l’Autore (Enrico Teodoro Nasi), benché animato da forti sentimenti monarchico-liberali e unitari, con grande onestà intellettuale, non manca di denunciare le gravi carenze oggettive (esempio: sui ritardi della disponibilità dei materiali, sulla logistica del vettovagliamento, sulla debolezza e incertezza strategica, ecc.) dell’esercito sardo-piemontese impegnato in questo contesto bellico.
Questa narrazione continua, alternandosi ad episodi di indiscusso valore, fino alla imprevista ?debacle? di Custoza, che poneva termine a questa generosa e sfortunata avventura risorgimentale.
Le lettere del capitano Enrico Teodoro Nasi inoltre, offrono un’efficace cronaca ?diretta?, senza enfasi, dalla zona d’operazioni sui fatti d’arme salienti, sulle azioni di rilievo dei singoli corpi impegnati, sia dell’armata sardo-piemontese (compresi gli alleati italiani), che dell’esercito avversario austriaco.
Queste lettere meritano un particolare riconoscimento per l’equilibrio, per l’onestà della narrazione degli eventi e per la mancanza di retorica di parte.
Non mancano segnalazioni curiose e puntuali su eventi bellici e sulle capacità dei singoli comandanti militari. In particolare sull’impiego determinante dell’artiglieria (sempre in quantità insufficiente alle esigenze) in diverse situazioni critiche. Stessa valutazione per le azioni tempestive ed efficaci della Cavalleria e della Fanteria.