Descrizione
Da decenni, sin dai primi segnali, crisi demografica e irrompere dell’immigrazione hanno fatto parte della nostra battaglia teorica e politica comunista. La “crisi demografica” si è avvitata, in Italia e non solo, esattamente come avevamo previsto quarant’anni fa: il numero di figli per donna è da decenni sotto la soglia del “rimpiazzo”, si sono ridotte le schiere femminili in età riproduttiva e il “vuoto” di popolazione si misura ormai nelle centinaia di migliaia che mancheranno alle leve in età lavorativa. Si riscontra una vera e propria “legge della popolazione della maturità imperialista”. L’altra faccia del declino demografico nelle società mature è il ricorso al rincalzo migratorio; del resto lo stesso sviluppo globale del capitale è andato disgregando le campagne del mondo, riversando nelle città ogni anno decine di milioni di migranti. Se la demagogia di tanta parte della “loro” politica è spinta dalla logica cialtrona del parlamentarismo a inseguire e ad attizzare le paure xenofobe e securitarie, si affaccia ormai nelle vecchie metropoli dell’imperialismo un nuovo tratto della contesa, una vera e propria concorrenza per assicurarsi i flussi migratori.