Descrizione
Un grande storico ricostruisce la storia del nostro paese per come l’abbiamo vista al cinema noi italiani, di volta in volta sceneggiatori, registri o semplici spettatori.
Nel 1914 esce Cabiria, forse il più grande kolossal della storia del cinema italiano. La storia, in teoria, documenta l’epico scontro tra Roma e Cartagine, ma l’estetica orientaleggiante e liberty dell’epoca, con tanto di D’Annunzio alla sceneggiatura, raccontano facilmente in controluce anche il presente di quell’Italia desiderosa di guadagnare visibilità e credibilità internazionale. Parte da qui un percorso appassionante nel cinema italiano visto dall’ottica inedita di uno storico che, senza timore di mescolare alto e basso, utilizza i film come documento del periodo in cui venivano realizzati, del gusto del pubblico e della temperie culturale. E questo sia quando il cinema si faceva specchio del presente (l’immediato dopoguerra di Ladri di biciclette, i primi venti del boom di Un americano a Roma, la lotta sociale de La classe operaia va in paradiso ma anche l’estetica pre-Mani Pulite dei vari Vacanze di Natale) sia quando il cinema si fa strumento a sua volta di indagine storica.