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BERLUSOR/LUCCICHII

16.00

DONNA SERGIO
MONGINEVRO CULTURA
1000000518764

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COD: 1000000518764 Categoria:

Descrizione

Si è aggiunto un nuovo volume, il quarto della serie, alle tre precedenti raccolte di haiku bilingui – ma attenzione: l’Autore non ama chiamarli così – di Sergio Donna, poeta torinese che ama scrivere poesie – soprattutto in metrica – sia in italiano che in piemontese.

I quattro volumi, in carta patinata e tutti a colori, hanno un accattivante formato quadrato (21 x 21) che ne accomuna l’aspetto, come del resto si conviene a una serie di pubblicazioni che fanno parte di una stessa collana. I titoli delle 4 raccolte, tutte di 100 mini poesie (poesìe pcite), affiancate da altrettante fotografie, sono simili tra loro, e richiamano alla luminosità spesso abbagliante (proprio come quella di un flash) di questi brevi componimenti poetici. Titoli come lampi di luce attonita e scintillante che inducono allo stupore e inondano di meraviglia: Slussi ?d Poesìa (Lampi di Poesia), Faravòsche (Scintille), Spluve (Scintille) e – appunto – Bërlusor (Luccichii), l’ultima silloge ad essere pubblicata.

In tutto 400 componimenti che ci accompagnano nello scorrere delle stagioni, degli anni e del tempo, e ci rendono partecipi delle emozioni dell’Autore, che non vuole tenere per se, ma vuole condividere generosamente con il Lettore.

Come già si è ricordato, ogni volume, tutto a colori e in carta patinata, contiene 100 lampi di poesia, ovvero poesie brevi come lampi, ma intense e scintillanti come bagliori. Ma: ?Ciameje nen haiku? (cioè: Non chiamateli haiku), precisa il Poeta, anche se degli haiku, degli haisan e dei tanka questi componimenti hanno davvero molto in comune: il fascino e l’atmosfera, e le suggestioni, innanzi tutto.

La presentazione di ogni volume è del prof. Nicola Duberti, poeta e docente di Lingua Piemontese; l’introduzione è della dott.ssa Albina Malerba, Direttrice del Centro Studi Piemontesi | Ca dë Studi Piemontèis.

Riferendosi all’ultima raccolta, scrive Nicola Duberti: «Qui c’è tutta la nostra fantastica koiné piemontese, nella sua forma più ?s-ciassa e sclinta’».

E per dirla con Albina Malerba: «Dai trulli al Valentin, dal Mar al Monvis? e fruta, fior, paesagi, istà, invern, otogn e prima, sità e campagna: tut a va a spòrze ‘d cit vers ch’a goerno e a cisso la veuja ?d poesìa».