Descrizione
Questa nuova edizione di Lines, riproposta in una gradevole veste grafica, con illustrazioni di Dorella Gigliotti, riunisce quattro raccolte di poesie di Sergio Donna: Babele (1998 – 2002), Des fleurs pas mal (2003-2004), Anni Duemila (2003-2008) e Nuovi Orizzonti (2009 – 8), frutto di un percorso lirico che il poeta ha intrapreso nel 1998. Un itinerario poetico che è tuttora in atto, e continua proficuamente, proiettato verso il futuro, con orizzonti che valicano i convenzionali limiti temporali.
La prima frazione di questo cammino è Babele, una delicata raccolta di poesie ispirate a paesaggi piemontesi, familiari al poeta, o a incontaminati contesti di una Liguria che sa ancora trasmettere sensazioni emozionanti. Ma gli spunti lirici sono spesso colti proprio nel normale vissuto quotidiano: suggestioni apparentemente banali, ma che hanno la capacità, se percepite e lette in chiave poetica, di far vibrare intensamente le corde del sentimento.
In Des fleur pas mal, invece, è la lettura del capolavoro di Baudelaire, Les fleurs du mal, che fa da Musa per una riscrittura di alcuni passi del grande Autore francese in una chiave più intima e attualizzata.
In Anni Duemila, sono i personaggi della letteratura dell’Ottocento, colti qua e là, in Dumas, in Balzac, ma anche quelli delle composizioni medievali di Chrétien de Troyes, o delle opere quattrocentesche di François Villon, a diventare i protagonisti di una rilettura lirica originalissima.
In Nuovi Orizzonti, infine, l’autore scruta orizzonti più lontani, verso l’infinito, senza trascurare però la storia di ieri e la realtà del presente, consapevole che il futuro sarà tanto più luminoso quanto più è saldo il legame che serbiamo con il nostro passato.
Il tutto senza mai dimenticare le suggestioni e gli stimoli, apparentemente nascosti o mascherati, che la vita di tutti i giorni (e persino i fatti di cronaca) possono offrire e che uno spirito curioso e soprattutto sensibile alle emozioni non si lasciano certo sfuggire.
Insomma, Sergio Donna è un uomo del Duemila, ma dall’indiscusso temperamento neoromantico, la cui poesia, in non pochi tratti, sembra far risuonare le stesse corde malinconiche e soavi di certi versi di Guido Gozzano o di Nino Costa.