Descrizione
Nel primo capitolo, ?Chi è??, abbiamo ripercorso per sommi capi tutte le proposte avanzate dagli studiosi più accre?ditati sull’i?dentità della Gioconda.
Nel secondo capitolo, ?Per una fettina di quadro in più?, ab?biamo valutato il risultato della nostra disamina del paesag?gio, che si è rivelata fruttuosa poiché per avven?tura certi detta?gli tra?scurati dagli studiosi si sono rivelati significativi e forieri di svi?luppi decisivi.
Nel terzo capitolo, ?Zitti, il paesaggio sussurra all’uo?mo?, for?niamo la giustificazione della nostra lettura ?dina?mica? del qua?dro, volta cioè a rendere più duttile la lettu?ra dell’immagin?e rap?presentata sia in pittura sia in scultu?ra da parte de?gli artisti del Ri?nascimento, che tentarono di scavalcare l’inevi?tabile stati?cità della figurazione artistica, consona ad un’arte le?gata ai vec?chi stilemi medievali.
Nel quarto capitolo, ?Parenti serpenti?, diamo conto dei risul?tati della lettura del quadro alla luce della ricom?posizione consen?titaci dalla lettura ?dinamica?, in conse?guenza della qua?le sono af?fiorati simboli tipici della Tradi?zione ermetica (di cui abbiamo dato una sommaria illu?strazione nel capitolo introdut?tivo), sia in ordine alla sua provenienza storica sia alla sua cu?riosa convivenza con la filosofia neoplatonica che fiorì a Firenze all’epoca di Loren?zo de Medici principalmente ad opera di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.
Nel quinto capitolo, ?Filosofia d’Egitto?, si ritorna ai temi di necessità accennati nell’introduzione per svolgerli ulteriorment?e al fine di rendere accessibile la comprensio?ne della fusione tentata dalla scuola filosofica fiorentina fra tre scuole di pensie?ro all’appa?renza così diverse come la filosofia neoplatoni?ca, la sapienza erme?tica e la dottrina cristiana.
Nel sesto capitolo, ?Superstizione, filosofia o scienza?, si sente la necessità di fare una sosta, per testimoniare al lettore che siamo ben consapevoli di aver trascinato Leo?nardo in un campo nel qua?le a stento lo riconosceremmo.
Nel settimo capitolo, ?Convergere verso l’anima del mon?do?, si riprende il filo interrotto. La ?conversione?, l’?amo?re?, l’?Ani?ma?, il ?Conosci te stesso? ritornano a ri?vendicare i loro pieni di?ritti.
Nell’ottavo capitolo, ?Al centro dell’anima? fino alla giocon?dità?, si ragiona intorno ad uno degli apporti prin?cipali del?la filo?sofia ficiniana al neoplatonismo: la funzio?ne della bellezz?a, che tralu?ce nelle cose del mondo e filtra?te dall’arte rivela le bellez?ze spiri?tuali che vi sono infuse: è la bellezza che fa scoc?care il caldo d’a?more che dal piacere dei sensi trasporta alla gio?ia dei sentimen?ti, in un crescen?do continuo di spiritualità.
Nel nono capitolo, ?Un folle volo in Paradiso?, si esa?mina la corrispondenza della filosofia ficiniana con la filo?sofia dantesca enunciata nel Paradiso, dove nell’ultimo canto Dante enumera le virtù della ?Vergine madre?.
Nel decimo capitolo, ?La «conversione» bussa alla por?ta!?, si scoprono altre metafore figurative e i simboli relati?vi alle concezion?i filosofiche ed ermetiche incarnate da Monna Lisa.
L’undicesimo capitolo, ?Lui? Che entri?, vede il ritorno di Dan?te in quanto si ritiene che il cammino percorso ne?cessiti di una ri?capitolazione. Una ricapitolazione effettua?ta all’insegna della sen?tenza di Dante posta nel Convivio: ?Le scritture si pos?sono intendere e deonsi esponere massima?mente per quattro sensi. L’uno si chiama litte?rale (?). L’altro si chiama allegorico (?). Lo ter?zo si chiama morale (?). Lo quar?to si chiama anagogico?.
Nel dodicesimo capitolo, ?Una prudente ricapitolazio?ne??, vengono riassunti e distribuiti punto per punto i ri?sultati acqui?siti e via via aggiunti, a suffragio dei quattro sensi.
Nel tredicesimo capitolo, ?Perché Monna Lisa è la Gio?conda??, si cerca di dare risposta al più temibile dei que?siti. Che cosa rende la Gioconda una pittura di rilevanza universale che s’impon?e allo studio delle élites e all’atten?zione delle masse?
Il quattordicesimo capitolo, ?La Gioconda gioca? Ov?vero Dio gioca?, consiste nella prosecuzione inaspettata del prece?dente in quanto il neuroscienziato Ramachan?dran, indiano d’o?rigine, offre nuova materia di riflessione grazie alla discus?sione su di un’opera d’arte che rappre?senta una divinità della religio?ne induista, che presenta sorprendenti punti di contatto con la Gioconda: lo Shiva Natarjana.
Il quindicesimo capitolo, ?L’età dell’oro e l’età del fer?ro?, pren?de l’avvio con una disquisizione dotta dovuta al filoso?fo Giorgio Colli intorno alla differenza tra Sophia, la Sapienza, e la Philoso?phia, l’amore della Sapienza.
Col sedicesimo capitolo, ?Colpo di scena: un nuovo fi?nale?, si prospetta un leggero cambia?mento di rotta. Nel capito?lo dodicesim?o, abbiamo ordinato gli elementi emersi dalla no?stra analisi avanzando l’ipotesi – sia pure provvisoria – che Monna Lisa fosse una Madon?na laica, del tutto simile ad una Madonna cristiana, e ab?biamo giustificato l’assenza di un bam?bino, del bam?bino, che l’avrebbe completata dei suoi connotati, con l’idea che Leonardo non poteva restringere la sua maternità al solo Cri?sto Gesù.