Descrizione
Di famiglia contadina, originaria dell’Alta Langa, Luigi Assandri per metà della sua vita è stato un operaio fonditore. Trentaduenne, nel 1947 entra alle Ferriere Fiat, nel reparto laminatoi. La sua attività politica, improntata all’anarcosindacalismo, si svolge in un ambiente politicamente ostile, dove le idee libertarie dell’organizzazione autonoma dei lavoratori e dell’azione diretta cozzano con le burocrazie operaie di fabbrica. E’ una lotta impari, dura, tenace. In quegli anni Assandri incomincia ad avere a che fare con il ciclostile. Dal 1962 al 1969 redige e stampa Anarchismo, un bollettino diffuso a Torino e spedito in tutta Italia. In quest’attività non è solo: con lui c’è la sua compagna di vita Adele Gaviglio, ex mondina e all’epoca inserviente d’albergo. La redazione, la stamperia, il magazzino della carta, l’archivio sono in una stanza della loro casa. Un’attività impegnativa e costante visto che il lavoro di Adele e Luigi assorbe buona parte della giornata, non hanno l’automobile e il telefono si usa – per ovvi motivi – poco. Poi la pensione.
Dalla fabbrica il suo campo d’azione si sposta nelle strade, tra i giovani. Incomincia a pubblicare in centinaia di copie opuscoli e libri, e a diffonderli nelle vie adiacenti l’Università.
Chi guardava quegli opuscoli intuiva immediatamente che non c’era nessun approccio intellettualistico in quelle pagine, né tanto meno in chi gliele proponeva. Aveva di fronte un ex operaio, con mani dure come sassi, che non aveva alcun timore della discussione, anzi la cercava, e le sue pubblicazioni erano solo un mezzo per arrivarci.
Tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, con la diffusione delle fotocopie a prezzi e qualità abbordabili, l’attenzione di Luigi Assandri si rivolge ai manifesti e produce decine di composizioni con la tecnica del collage che rappresentano l’espressione più creativa della sua attività editoriale che s’interrompe a metà degli anni Novanta, cioè fino alla morte della sua compagna.
Negli ultimi anni si ritirerà dalla militanza attiva, dedicandosi alla rinata passione giovanile per il ballo. Muore a Torino, all’età di 93 anni, il 22 novembre 2008.
I collage in mostra fanno parte di una serie più vasta che Nautilus conserva e che ha voluto far conoscere anche realizzando un catalogo che accompagna questa mostra.