Descrizione
Nell’autunno del 1935 Simone Weil è tornata brevemente ad insegnare, dopo l’esperienza in fabbrica. Tuttavia, fra una lezione e l’altra e in attesa di partire come volontaria in Spagna, prende accordi con il direttore tecnico della fonderia presso la quale aveva lavorato per redigere e pubblicare, sul giornalino aziendale rivolto agli operai, una serie di brevi saggi il cui scopo sarebbe stato quello di avvicinare i grandi capolavori della poesia greca ad un pubblico vasto ma dotato di ben pochi strumenti culturali. L’idea della nostra pensatrice era semplice e chiara: attrezzare gli operai con esempi di resistenza all’oppressione il cui valore non aveva subìto l’ossidazione del tempo. La scelta ricadde su Antigone ed Elettra, ma soltanto il primo articolo riuscì a vedere la luce della pubblicazione.
Simone Weil rilegge le tragedie di Sofocle seguendo una linea interpretativa del tutto originale: Antigone ed Elettra – pur appartenendo a contesti culturali molto diversi tra loro – diventano icone perfette della resistenza interiore al dominio cieco e brutale della forza. Le due donne si ritrovano sole, umiliate, apparentemente impotenti, di fronte all’algido potere dei tiranni: eppure non piegano la testa, preferendo la solitudine
esistenziale al sordo allineamento del male.
