Descrizione
«All’improvviso comparve una nuvola in?solita, che si proiettava in alto con una spe?cie di larghissimo tronco: si allargava e si ramificava: andava sfilacciandosi, a tratti immacolata, a tratti torbida, secondo che sollevasse terra o cenere». È Plinio il Giova?ne a documentare nelle epistole l’eruzio?ne del Vesuvio del 79 d.C., ma la voce nar?rante è qui, inconfondibilmente, quella di Citati. Nessuno come lui ha saputo river?berare e dilatare nella sua scrittura il fasci?no dei libri che leggeva e amava – e tra?smetterci il desiderio irresistibile di leg?gerli e amarli a nostra volta. Né c’è da me?ravigliarsi: più che critica letteraria, la sua è interpretazione narrata, racconto che tra?muta ogni libro e il suo autore in indimen?ticabili personaggi: «Dickens riempiva la realtà con un’allegria furiosa, eccitando ed esaltando il suo genio … Una misterio?sa ilarità lo attraversava, lo colmava ed egli non riusciva ad interromperla, quasi fosse stato percorso da una zampillante fontana di fuoco». Letteratura sulla letteratura, in definitiva, o anche letteratura scaturita dal?l’arte, ma non alla maniera dell’amico Man?ganelli, attento come ogni buon rètore a frapporre tra sé e ciò che scriveva «uno spa?zio di indifferenza emotiva»; nelle pagine di Citati la letteratura circola libera e impe?tuosa, ci avvolge e ci contagia, lasciando intravedere dietro di essa la sua vera e più anti?ca vocazione, leggere: «non ho mai smesso di leggere, leggere, leggere; ogni libro che leg?gevo era una forma dell’infinito, che inse?guivo, e inseguivo, e fallivo continuamen?te nell’inseguire».